ALPINISMO 2019
PROGRAMMA
2 giugno Ferrata Deiana- Orlandini a Crocefieschi (Genova)
La via è prevalentemente di cresta, molto panoramica, e si svolge a circa 1000mt di quota. E’ lunga circa 1000mt di cui 600 attrezzata con cavi acciaio. La roccia è conglomerato. Non è da sottovalutare, in alcuni tratti occorre superare parti strapiombanti. Attraversato il paese, si continua dapprima per strada asfaltata e quindi per sentiero in direzione Rocche del Reopasso, raggiungendo una spalla dove, sullo sperone, attacca la via ferrata. La ferrata è una successione di 4 distinti settori attrezzati collegati tra loro da tracce di sentiero. Per ogni settore ci sono varianti di diverse difficoltà, la scelta dei percorsi sarà valutata in base al gruppo. Capogita: Giovanni Gaiani
8 giugno PIZZO TRONA 2510m per la cresta NNW
Salita alla seconda cima più alta della Val Gerola, dopo il Pizzo dei Tre Signori. Sentiero parzialmente attrezzato con catene, con lunghi tratti non protetti. Dalla stazione degli impianti di Pescegallo ci si dirige verso la baita Dossetto , quindi entrati in val Tronella, superata una depressione , si contorna il versante N.O. del pizzo di Mezzodi raggiungendo la diga del Lago di Trona ( 1815 m) e quindi, dopo un tratto ripido di sfasciumi, il lago dell’Inferno ( 2085 m). Si rimonta a sinistra un erto pendio di sfasciumi e quindi l’inizio della cresta NNW- m. 2220; primo tratto di cresta molto affilato , quindi alcune placche inclinate (max III inf.) attrezzate con catene fino a raggiungere un cupolotto erboso. Si prosegue in cresta affrontando un caminetto ( II grado) per proseguire su tracce di sentiero e alcune roccette fino in vetta. Discesa per l’itinerario di salita. Dislivello : mt. 1.100 ca. dal paese di Pescegallo (mt. 1.454, alta Val Gerola) Difficoltà : PD- , la prima parte della cresta è attrezzata con catene. Attrezzatura da ferrata, utili corda e fettucce per i tratti non attrezzati. Capogita: Claudio Crespi
22-23 giugno MONT GELE’ 3519m via normale SE dal rif. Crete Seche
Cima molto panoramica in Valpelline, con veduta delle principali vette del Vallese. Partenza dal villaggio di Ruz (mt. 1696), frazione di Dzovennoz; di qui dapprima per strada sterrata sino all’alpeggio Bernier, quindi per sentiero sino al Rifugio Crete Seche (mt 2410) in ca. 2h. Il giorno seguente si continua verso N sino in fondo al vallone e quindi per ripidi tornanti si raggiunge il Bivacco Spataro (mt. 2615). Di qui si percorre un canalino detritico e nevoso sino ad incontrare il ghiacciaio e poco sopra il Colle del Mont Gele’ (mt. 3180). Più oltre si rimonta un pendio glaciale non molto ripido sino a raggiungere l’ultima crestina di roccette sino in vetta. Discesa per l’itinerario di salita. Tempi : 3 ½- 4 h. salita. Dislivello : da Ruz al rifugio Crete Seche mt. 714, dal rifugio in vetta mt. 1.100. Difficoltà : EE-F. L’ultimo tratto è su ghiacciaio, quindi necessitano corda, piccozza e ramponi. Capogita: Giovanni Gaiani
6-7 luglio CASTORE 4228m
Bellissima salita per ghiacciaio e cresta, molto panoramica sulle cime e ghiacciai del Monte. Rosa. Sabato: Da Stafal salire con la funivia e la seggiovia fino a q. 2700 m circa; dalla stazione della seggiovia si prende il sentiero per il rifugio Quintino Sella (mt. 3585), che si raggiunge in ca. 2 ½ h., con un tratto roccioso finale attrezzato con corde fisse. Dislivello : mt 900 ca. Domenica dal rifugio si rimonta il ghiacciaio del Felik in direzione nord, passando alla base della punta Perazzi, quindi dapprima in diagonale verso destra, poi verso sinistra sino a raggiungere il Colle del Felik a quota 4061. Dal colle si giunge in vetta seguendo la cresta a sinistra, in alcuni punti piuttosto affilata ma normalmente non difficile, se non c’è troppo vento. Dislivello : mt 640 ca.. Difficoltà : F+ Attrezzatura : corda, piccozza, ramponi. Tempi : 2 ½ h. Capogita: Paolo Cesa Bianchi Difficoltà: EEA – A – PD-
13-14 luglio MARMOLADA 3348m Punta Penia – Via Ferrata per la Cresta Ovest
Salita sulla regina delle Dolomiti, oggetto di importanti ascensioni nei suoi vari versanti; saliremo per una ferrata non difficile, ma altamente spettacolare. Sabato : Salita da Alba di Canazei (mt. .1517) al Rifugio Contrin (mt. 2.016). Dislivello mt. 500 ca., Tempo 1h ½ . Domenica : Dal rifugio si sale in ca. 2h. ½ alla Forcella Marmolada (mt. 2.896), base di partenza della ferrata, con alternarsi di sentiero e tratti attrezzati con staffe. Dalla forcella inizia la cresta Ovest, dislivello mt. 450 ca., Tempo, 2h. Il percorso si sviluppa inizialmente per placche inclinate senza particolari difficoltà, con il cavo utilizzato come corrimano, utilizzando pioli e staffe. Raggiunto il filo di cresta, lo si percorre superando facili roccette sino al nevaio sommitale e alla vetta. Discesa per l’itinerario di salita, quindi percorrendo la ferrata in discesa, per evitare la progressione sul ghiacciaio. Dislivello complessivo: 950m Capogita: Valentino Pistone difficoltà: EEA – A – PD-
20 luglio CORNO di GREVO m. 2827 per la cresta NW (Adamello)
Difficoltà : MD con tratti ED. Attrezzatura : set completo da ferrata Impegnativa ferrata in alta Val Camonica,nel gruppo dell’’Adamello.Si raggiunge inauto la Malga Lincino (mt. 1630), sopra Saviore dell’Adamello. Da Malga Lincino si perviene al rifugio CAI Lissone (mt 2002); il sentiero prosegue verso il Forcellino Rosso e a mt. 2300 ca. lo si abbandona per dirigersi a sinistra sino all’attacco della ferrata (targa bianca). La ferrata risale il crestone alternando placche inclinate, gradoni e un camino di difficile superamento, quindi un traverso molto delicato aiutato da un paio di staffe ( a ¾ della salita), terminando 20 m. sotto la vetta Discesa lungo roccette attrezzate e non banali al forcellino Rosso ( m. 2620) quindi si imbocca il canalone ripido che porta lungo la traccia di salita al rifugio Lissone e alla Malga Lincino. Dislivello : complessivo sino in vetta mt. 1200, dislivello ferrata mt. 500 con sviluppo mt 800. Tempi : ca.1h sino al rifugio Lissone, 1h sino all’attacco della ferrata, 3h per la ferrata, discesa 2 ½ . Capogita: Claudio Crespi
27-28 luglio PUNTA SAN MATTEO 3678m Via normale per il versante Sud-Ovest
Alta Valtellina, salita ad un importante cima del gruppo Ortles-Cevedale, anche classica meta di itinerari sci-alpinistici. Salita dal rifugio Berni (mt. 2560), lungo la strada che porta al Passo Gavia Dislivello : mt. 1.120 Difficoltà : PD Si attraversa la strada imboccando il sentiero che scendendo un poco costeggia i ruderi del vecchio rifugio, risale ad un dosso e nuovamente ridiscende nel vallone di accesso al ghiacciaio di Dosegù. Si risale la dorsale morenica e quindi, raggiunto il fronte del ghiacciaio, si punta in direzione della Punta; per evitare i crepacci si devia a destra, su un evidente pendio ghiacciato non troppo ripido, salendo per almeno 50-70 metri, fino a che la pendenza non cala e il ghiaccio vivo finisce, dopodiché si svolta a sinistra riprendendo la direzione iniziale.Da qui il avanti si prosegue sempre diritti, puntando ad una selletta a sinistra della cima.Dalla selletta si diparte la cresta finale, con passaggi facili su neve, qualche roccetta e il superamento di un crepaccio trasversale, che a stagione avanzata si potrebbe trovare anche aperto, superato il quale dopo pochi metri di nevaio facile si raggiunge la vetta. Tempi : 4h. dal rifugio. Capogita: Ferdinando Vigano Difficoltà: A
7-8 settembre PIZZO CENGALO 3367m
Ascensione, lunga e dal dislivello importante, permette di entrare in un santuario di granito tra i più maestosi delle Alpi. Sabato: Si parte dal parcheggio a Bagni di Masino (mt. 1.173) Dal parcheggio si imbocca il classico sentiero, molto frequentato, che conduce al rifugio Gianetti (mt. 2534) con un percorso molto articolato in risalita tra gande di granito. Dislivello : mt. 1400 ca, Tempi 3 ½ h. Domenica : Dal rifugio si prosegue a mezzacosta, lungo il sentiero che conduce al Rifugio Allievi, che presto si abbandona per risalire un pendio erboso sulla sinistra in direzione di un’evidente cresta morenica. Si risale interamente la cresta, entrando in uno spettacolare anfiteatro roccioso; si attraversa la conca sotto la Punta Angela, con un diagonale a sinistra in direzione dell’intaglio della cresta che unisce la Punta Sertori al Badile alla cresta ovest del Cengalo. Si raggiunge l’intaglio per il canale di sinistra con corda fissa di 15 mt. circa e aggirando un masso con passaggi di II.Passati sul lato nord, si risale per sfasciumi ad una prima elevazione con un breve traverso protetto da catene sotto la cima. Di qui in direzione di una seconda elevazione con percorso sul filo della cresta, superando vari passaggi max II grado; si evita la punta della seconda elevazione, attaccando le facili rocce della cresta terminale che per blocchi e pietrame infine conduce alla croce di vetta. Discesa per l’itinerario di salita. Dislivello mt. 850 ca.. Capogita: Gabriella Russo Difficoltà : PD
14-15 settembre ARGENTERA 3298m
La salita alla cima più alta delle alpi Marittime avverrà a partire dal rifugio Morelli Buzzi 2351 m, che raggiungeremo nella giornata di sabato partendo da Terme di Valdieri con una salita di circa 1000m. Domenica mattina attraversando l’altopiano del Baus si raggiunge il passo dei Detriti e la cengia attrezzata che permette di raggiungere la cima. La discesa avverrà in direzione del rifugio Remondino così da compiere un percorso circolare che ci riporterà al Gias delle Mosche, dove avremo lasciato qualche auto per evitarci l’ultimo tratto di strada verso Terme di Valdieri. Capogita: Valentino Pistone Difficoltà: EE-A-PD
21- 22 settembre LAGGINHORN 4010m
Il Lagginhorn è una bella e possente montagna rocciosa del Vallese, dalla forma trapezoidale, abbastanza frequentata lungo la sua non banale via normale della Cresta W. Sabato: Dalla stazione intermedia della funivia di Saas Grund (Kreuzboden), si segue l´ampia e frequentata mulattiera che in ca un´ ora conduce alla Weissmieshutte (2726 m). Domenica: si prosegue sempre su ampia mulattiera per la Hohsaashutte, risalendo la grande morena che fronteggia la Capanna. Una volta al culmine, si piega a destra, fino ad arrivare ad un bivio dove, abbandonato il segnavia per Hohsaas, ci si tiene a sinistra costeggiando il torrente che scende dal Hohlaubgletscher. Per dossi morenici si raggiunge la cresta rocciosa tra l´Hohlaubgletscher e il Lagginhorngletscher, portandosi infine su quest’ultimo, punto d´ incontro con l´ itinerario proveniente dalla Hohsaashutte. Calzati i ramponi, si attraversa verso sinistra l´ intero ghiacciaio che non presenta difficoltà, raggiungendo la cresta Ovest in corrispondenza di un ampio terrazzo. Si segue il filo della cresta per buone rocce e una placca rocciosa (II), seguita da rocce più facili sino ad un intaglio che precede l´ultima impennata della cresta. L’ultimo tratto non presenta particolari difficoltà sino al roccioso blocco sommitale che si rimonta sulla destra (II-). Vista grandiosa su un´ impressionante schiera di 4000. Difficoltà : PD – Dislivello dal rifugio: 1300 m ca. Variante: itinerario da HOHSAAS. In alternativa all’itinerario precedente, che parte dalla stazione intermedia della funivia, si può anche salire più in alto sino allla stazione di arrivo della funivia, da cui ci si può connettere direttamente al Lagginhorngletscher. Questa variante evita di passare per la Weissmieshutte, ma dev’essere considerata più impegnativa per la presenza di numerosi passaggi non banali su roccia. Capogita: Paolo Cesa Bianchi Difficoltà: EE – A – II+ – PD
29 settembre BECCA di TORCHE’3016m
Elegante ed imponente piramide, la Becca Torché è una delle due cime gemelle definite les Dames de Challand, visibile sulla destra all´ imbocco della Val d´ Aosta appare in tutto il loro splendore.Dal bellissimo alpeggio di Chalex si prosegue lungo la carrozzabile, che con alcuni tornanti porta all’Alpe Dondeuil, altro incantevole alpeggio appena ristrutturato e ancora inalpato nel periodo estivo. La strada termina proprio davanti all’alpe, divenendo sentiero che in direzione ESE risale ben segnalato da bolli gialli e frecce direttamente al colle Dondeuil (2338), dove si può giungere anche dalla Valle di Gressoney parterndo da Issime e passando per l´ Alpe Munes. Dal colle Dondeuil si scende brevemente sul versante di Gressoney, prendendo una traccia con bolli stinti non facile da reperire, che a sinistra risale l’ erboso pendio meridionale, passando sopra ad una baita. Divenuta più evidente, la traccia si porta sotto la bastionata rocciosa della cresta S, giungendo ad un colletto dal quale si segue quest’ ultima sino alla vetta, affacciata sulla precipite parete nord. Dislivello: 1250 m IMPORTANTE: L’Alpe di Chalex è servito da una strada inizialmente asfaltata, poi carrozzabile con accesso consentito ai soli proprietari degli alpeggi. Per salire in auto occorre richiedere alla forestale l’eventuale permesso, oppure chiedere del servizio Jeep attivo in Val d’Ayas. In caso contrario l’avvicinamento è da fare a piedi con circa 1h di cammino (3,5 km ca e 350 m di dislivello) partendo da poco sopra l’abitato di Fontane. Capogita: Gabriella Russo Difficoltà: EE
12-13 ottobre MONTE TAGLIAFERRO 2964m Gita in collaborazione con GESA-CAI Milano.
Posto sul contrafforte che discende dalla Punta Gnifetti, il Tagliaferro divide la Val Sermenza dalla Valsesia, di cui è una tra le cime più conosciute. E’ una magnifica piramide. Da Rima si imbocca il sentiero 96 per il Passo Mud e il Rifugio Ferioli. La bella mulattiera si snoda nel bosco con numerosi tornanti, risalendo la vallata sino ad un bivio dove la si abbandona per seguire a sinistra il segnavia 318. Puntando a Sud, si scende brevemente ad attraversare un ruscello, quindi si contornano le propaggini orientali del Tagliaferro superando un secondo torrente e giungere infine all´ Alpe Scarpia di Sotto (1703). Per ripidi pascoli invasi da felci ed alte erbacce, si sale all´ Alpe Scarpia di Sopra (1920), entrando in un fitto bosco di ontani che via via va degradando facendo posto ad ampie praterie. Con lungo traverso vero WNW si raggiunge il Passo del Vallarolo (2332), ampio colle aperto fra i pendii orientali del Tagliaferro e il Moncucco (2416). Trascurando il segnavia a sinistra per l´ Alpe la Piana-Bocchetta della Moanda, si procede attraverso le grandi distese erbose in direzione del passo del Gatto, superando un gigantesco quanto caratteristico masso erratico che forma una originale balma, ottimo riparo in caso di maltempo e tornato utile anche all´ autore durante la discesa. Giunti alle pendici del passo, si risale l´ impervio pendio grazie a ripidi quanto scivolosi tornanti che non danno respiro sino al valico. A questo punto, per chi lo desiderasse, con breve digressione a sinistra è possibile salire il Dosso Grinner (2761) lungo la dorsale di stabili rocce affioranti dalla vegetazione, altrimenti si prosegue immettendosi nel sentiero proveniente da Alagna, che risale il ripido fianco occidentale della cresta SSE per raggiungerla soltanto in prossimità della vetta. Senza particolari difficoltà, se ne percorre il restante filo, arrivando in breve alla Madonnina posta sulla cima (2964) . Dislivello: 1550m Capogita: Gabriella Russo Difficoltà: EE
20 ottobre RESEGONE – via del CAMINETTO
La salita al Resegone da Erve (595m) è meno nota della via normale dai Piani di Erna ed affronta un dislivello decisamente superiore, ma offre una gita assai più varia ed interessante. Raggiunto il rifugio Monzesi ed il passo del Fò si affronta il sentiero attrezzato del Caminetto che permette di raggiungere il piano di Serrada e la via normale. Il ritorno avverrà per il Sentiero delle Creste fino al passo dei Solitari da cui si rientra sul rifugio Monzesi. Capogita: Valentino Pistone Difficoltà: EE
Per informazioni generali su questo programma
Giovanni Gaiani tel.0289301570
mail: giovanni.gaiani@tin.it
Il programma dettagliato delle gite verrà pubblicato sul sito e comunicato sul Notiziario e via new-letter