Da Casarza Ligure a Passo Velva

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Data
2 Apr 2016 - 3 Apr 2016

Dove
Liguria Orientale

Categorie

T


 

Escursioni nell’immediato entroterra di Sestri Levante che corre parallelamente alla costa e nel quale si avvertono, nonostante l’effimera distanza dal mare, i caratteri alpestri dell’Appennino Ligure. Casarza Ligure, chiusa tra ripidi versanti boscosi, è la porta d’ingresso alla valle del torrente Petronio, le cui sorgenti si trovano alle pendici del monte San Nicolao e del monte Pietra di Vasca; piccole valli laterali si diramano nel suo breve corso e tra queste, notevoli per importanza naturalistica ed ambientale, la val Frascarese e la valle del rio Bargonasco. Montagne non molto alte, da evitare nei periodi caldi, ma belle soprattutto per i meravigliosi panorami e i resti storici.  La valle del torrente Bargonasco, dominata dalla mole del monte Treggin. Al centro della conca si trova l’abitato di Bargone, un tempo intensamente coltivato per produrre uva dei vitigni Bianchetta Genovese; oggi è famoso soprattutto per essere il regno delle fragole

PROGRAMMA

2 APRILE             TREGGIN E ROCCAGRANDE

Partenza da Milano. Autostrada A12 Milano-Genova – Sestri Levante.  Si segue la S.S. per il Passo di Cento Croci superando il paese di Casarza Ligure. Poco dopo si trova, in una curva, il bivio a sinistra per il paese di Bargone dove dopo 6 chilometri si arriva nell’esigua piazzetta del paese.

Dalla piazza di Bargone mt. 300 si segue una stradina asfaltata che sale fra le case e con i segnavia e .  Dopo poco diventa sentierino ed inizia ad inoltrarsi nella boscaglia salendo moderatamente. Dopo circa 30 min. il sentiero prende maggiormente quota con una serie di tornantini. Dopo altri 30 min. si arriva al Colle Incisa mt. 650 circa, dove si abbandona il segnavia  ,che piega a sinistra verso Case Gromolo, per seguire a destra il sentiero  e    ,che sale dapprima in un boschetto e poi fra roccette ed arbusti fino a sbucare su un pianoro poco sotto la vetta. Ora con qualche tratto su roccia si giunge in breve a percorrere una crestina leggermente esposta e quindi in cima al Monte Treggin mt. 870. Il panorama e la struttura della montagna ripagano ampiamente la fatica. Dopo, si comincia a scendere il roccioso versante settentrionale, con l’aiuto di qualche gradino scavato nella roccia, facendo un po’ di attenzione (il tratto difficile è brevissimo). Si arriva così sul Colle Aietta 845 tra il Treggin e il Roccagrande. Dopo un breve tratto ancora su sentiero si arriva su una sterrata che si segue fino ad una sbarra  (segnavia quasi scomparso) e si volta a sinistra e si segue la strada fino ad una curva a destra. Proprio sulla curva un labile sentierino e un segno sbiadito ci indicano la strada da seguire. Con qualche difficoltà si procede tra la vegetazione e percorso un piano si affrontano alcune rocce tenendosi un poco sulla destra, per poi affrontare l’ultimo tratto con roccette che porta sulla vetta del Monte Roccagrande 970 (2 h e 30 min). Qui il panorama è un poco più ampio, e il Treggin ci appare molto diverso, quasi insignificante. Si scende sull’opposto versante seguendo una delle tracce che in meno di dieci minuti ci portano sulla strada sterrata. Proseguendo lungo la strada si passa davanti allo Stagno di Bargone” con torbiera  che rappresenta una importante zona umida per la fauna e per la flora- quota 850. La strada con tratti alterni di lievi saliscendi arriva al passo del Bocco di Bargone 900. Una lieve puntata a sinistra ci presente l’alta valle del Taro con i paesi di Disconesi e, più lontano, Maissana, dominato dal Monte Porcile. Tornati al passo si prosegue su sterrata e giunti ad un bivio si prosegue a destra, cominciando a perdere quota; sempre seguendo la strada che può essere abbreviata in due punti tagliando attraverso il bosco, si passa presso un centro ippico e dopo un quarto d’ora si arriva a Costa 350, frazione di Bargone. Qui conviene seguire la strada asfaltata che in breve ci porta sulla piazza di Bargone 300 (2 h e 30 min.). TEMPO TOTALE 6  ore circa, soste escluse. Difficoltà E.  Dislivello circa 700 metri, con saliscendi.

Il gruppo in pullman rientra a Milano in giornata, mentre gli altri che possono rimanere saranno ospitati in casa di una nostra socia a Casarza,  per effettuare altre passeggiate il giorno di domenica 3 aprile

ORARIO DI PARTENZA: ore 7,00   p.le Loreto/Upim  –

QUOTA DI PARTECIPAZIONE PER 1 GIORNATA:   20 €  SOCI GAM prezzo amico per gita giornaliera con pagamento anticipato entro il martedì 29/3. 25 € ALTRI e per iscrizioni successive. La quota comprende: viaggio A/R con pullman privato e spese organizzative. QUOTA DI PARTECIPAZIONE PER W-E lungo: 15 € contributo SOCI GAM; 20 € ALTRI + condivisione delle spese di viaggio e di soggiorno: il viaggio si fa con auto private dividendo le spese ad esclusione del guidatore. Per il soggiorno analogamente le spese verranno condivise ad esclusione del proprietario che offre la casa.  Portarsi lenzuola ed asciugamani.

3 APRILE   S. Lazzaro – Muntà di Povei – S. Rocco – Novano – Casarza Ligure segnavia:
Uno dei più antichi quartieri di Casarza Ligure è San Lazzaro, il protettore dei malati di lebbra, il morbo importato all’epoca delle crociate, epoca in cui furono costruiti tanti lazzaretti. Non tutti erano destinati a quei particolari malati, ma ad ospitare i viandanti poveri e malati. Il lazzaretto locale, con cimitero e cappella annessa, era un semplice casone, citato nel 1200 come l’ospitale de Adra; era sorto in piano, nella “bocca d’a valle”, dove il piccolo rio San Lazzaro confluiva nel Petronio. Vi si scendeva dall’Aurelia per la “munta di pòvei”, la salita dei poveri, che è un tratto della via romana dall’acciottolato in parte ancora intatto. Il quartiere di San Lazzaro è raggiungibile in auto, che si lascia sulla piazzetta del borgo. Si continua a sinistra lungo la carrabile al termine della quale è ben visibile il segnale rosso del doppio rombo vuoto. Qui ha inizio l’antico percorso della Muntà di Povei che comprende un tratto della vecchia strada romana, la salita è piacevole, si attraversano ancora zone coltivate a oliveti ma la vegetazione prevalente è quella tipicamente mediterranea, si giunge alla statale n. 1 ‘Aurelia’ (40 min). Attraversando la strada,  il sentiero continua con lo stesso segnavia sino a raggiungere M. Moneglia (mt. 540), il punto più alto del percorso dove giacciono i resti diroccati di una fortezza risalente all’ultima guerra mondiale ed è possibile ammirare uno splendido panorama su tutto il Golfo del Tigullio (30 min). Proseguendo lungo il sentiero segnato si arriva ai resti di un eremo e poco dopo alla chiesetta di S. Rocco in cui vivevano e officiavano eremiti coltivando terreni. A monte della chiesa vi sono panche e tavoli ove ci si può concedere una tranquilla sosta sotto lecci, con attorno corbezzoli e roverelle, da qui la vista spazia dal Golfo del Tigullio alla Val Petronio e sul crinale appenninico col M. Zatta. Scendendo si raggiunge in venti minuti all’agriturismo di Casaggiori. Proseguendo lungo l’Aurelia incontriamo il bivio per raggiungere le case di Novano, un insediamento benedettino del XII secolo, sede di una delle tre più antiche rettorie del territorio. Il percorso si chiude scendendo verso il capoluogo o al quartiere di S. Lazzaro dove sono posteggiati i mezzi di trasporto.

Tempo di percorrenza complessivo : 2h. 30min. Dislivello: 500 mt.

RIENTRO A MILANO CON AUTO PRIVATE

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